TESTI COMICI

Stefano Benni

Capuccetto nero
Cappuccetto Nero era una sgarzola di tredici anni che viveva ad Harlem con una mamma rompipalle. La mamma puliva i pavimenti da Ronnie, il locale chic per pescecani, dove si sniffava coca a tutto andare e gli spacciatori sudavano piu' dei camerieri. Bene, a fine serata la mamma di Cappuccetto puliva la moquette con l'aspiratutto e ci trovava dentro un bel mucchietto di coca e lo portava a casa. Dovete sapere che Cappuccetto aveva anche una nonna cieca, ex-sassofonista di jazz, che viveva da sola con un canarino, e tutti e due tiravano coca come mantici, la nonna addirittura se la sparava nel naso con il sassofono, il canarino ci si infarinava dentro e poi cantavano insieme I get kick of you baby e svegliavano tutto il palazzo. Ogni settimana Cappuccio Nero doveva attraversare tutta Harlem per portare la coca alla vecchia, se no quella dava di matto e andava a suonare il sax per strada con il canarino che teneva il piattino in bocca (era un canarino robusto) finche' qualcuno le dava una dose se la smetteva, perche' la nonna con l' eta' era un po' rimbambita e suonava il sax sbagliato tenendo in bocca la parte piu' grossa e non era un bel vedere. Ma non divaghiamo. Una notte la mamma dice a Cappuccio: vai a portare la roba alla nonna, ma occhio a Lonesome Wolf, Lupo Solitario, che l'ho visto bazzicare da quelle parti. Lonesome e' un ragazzo che spaccia di tutto, anche i lamponi se c'e' mercato, e ha una fedina penale che sembra un elenco del telefono. Cappuccio Nero se ne va nella notte e non ha paura, perche' e' una piccola negretta di tredici anni, ma in tasca ha un serramanico che sembra una tavola da windsurf. Ed ecco che alla 44a strada esce dal buio Lupo Solitario e le si piazza davanti e fa sfavillare le zanne nella notte e dice: "Di' sorella, cosa porti in quel canestrino? Focaccine?". "Perche' non ti fai i cazzi tuoi, lupo" dice Cappuccio, e gli molla un tal calcio la' dove dondola che Lonesome tira fuori dalla gola tre litri di whisky e il pasticcio di maiale della colazione. "Ehi piccola - fa Lonesome - pesti duro. Ma stai calma: non voglio fregarti la roba. Ho un business da proporti. Senti, facciamo fuori la vecchia, e ogni volta che ma' ti da' la roba, ce la teniamo noi. Io te la piazzo, facciamo a mezzo e quando abbiamo un po' di soldoni da parte andiamo in Florida e apriamo un chiosco di frullati. Cosa ne dici?". "Cazzo, Lonesome - disse Cappuccio - c'hai una bella nuca. Non ti facevo cosi' tosto. Ci sto". Ed ecco che si presentano alla baracca della vecchia, che e' li' in vestaglia sul letto che sbrodola corn-flakes dappertutto e si sta mangiando la sua pantofola spalmata di burro, piu' cieca che mai. "Sono qua nonnina" disse Cappuccio. "Vaffanculo, Cappuccio - bercia la vecchia - ti sei fermata a fare battipanza con qualche sifilitico per strada, che arrivi solo adesso? Un altro po' e mi sniffavo del detersivo, del gran che sono in down. Molla la neve, stronza". Il lupo, che pure non frequenta delle duchesse, ci resta secco al fraseggio della nonna. Per di piu' il canarino gli caga in testa. Allora il lupo si avvicina al letto della nonna con una sciarpa in mano per darle una tirata di collo. "Sei tu, stronza? - dice la vecchia, allungando l'artiglio, - qua la roba. Ma... che puzza di piedi che fai". "Ho camminato molto" dice il lupo, facendo la vocina da disco-music. "Sara' - dice la vecchiaccia, tastandolo - ma cosa cazzo sono queste due gran basette a spazzolone?". "E' l' ultima moda newyorchese, nonna" squittisce il lupo. "Ah si'? - continua la megera, - e queste due spalle dove le hai messe insieme?". "Faccio un sacco di flessioni, nonna" dice il lupo, e si prepara a darle una bella strizzata. "Ah si'? - dice la vecchia - e questo cos' e', un regalo?" e agguanta il lupo sempre li' dove dondola, e gli da' una bella tirata, e Lonesome ulula come dieci ambulanze in processione. Poi la nonna tira fuori una berta da sotto il cuscino, e inizia a sparare a mitraglia, il lupo ulula dal male, Cappuccio cerca di svignarsela con la roba ma il canarino le gnocca un occhio con una beccata, si sveglia tutto il
condominio, finche' arriva un pulismano di ronda grosso che sembrano tre distributori di coca cola uno sull' altro. Dice: "Che cazzo succede qua! Ci si sollazza?". "Come no - dice Cappuccio - e tu non vuoi tirare un po', pulone?". Iniziano a sniffare come due bracchi. Poco dopo arrivano due soggetti rasta in pigiama con una bottiglia di gin, e un casino di portoricani con i bidoni da suonare. La vecchia prende il sax e sta per suonare Blue Moon alla rovescia, ma il rasta le versa dentro tutta la bottiglia di gin e la stende per qualche ora. Cappuccio Nero se li passa tutti uno alla volta e poi c'e' una gran scazzottata perche' un portorico si e' rimesso due volte nella fila e il poliziotto e' cosi' fatto che si chiava anche la nonna dicendo sono sempre stato un suo fan signora Liz Taylor e nella confusione un portorico si fa uno spiedino col canarino e Cappuccio si incazza e fanno di nuovo a botte e arrivano altri dieci o dodici sconvolti e anche un bonzo, insoma alla mattina alle otto Cappuccio si presenta a casa proprio alla frutta con una faccia come un vampiro col collasso. "E' questa l' ora di tornara a casa, troiaccia? - dice la mammina - dove sei stata?". E Cappuccio le racconta una favola. (Tratto da: Terra!, di Stefano Benni, Ed. U.E.F., 1997)