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Una Ferrari alla portata di tutti |
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CARO Bush, è il tuo optional Silvio che ti scrive. Non
vedo l'ora di essere al tuo fianco a spezzare preventivamente le reni a Saddam. Ho
rispettato i patti e ho mandato gli alpini in Afghanistan. Sono partiti cantando: mi sun
Alpin me piase el Bin, con evidente riferimento a Bin Laden. Ma anche se le guerre del tuo
Grande Paese sono preventive e prioritarie, lascia che ti esponga le piccole grane
dell'azienda Italia. Ultimamente ho tre spine nel fianco. La prima è una voce che sta
circolando: Berlusconi porta sfiga.
Io che ho fatto fortuna con gli slogan adesso sono perseguitato da uno slogan!
Naturalmente non è vero che sono un menagramo anche se Fini e Bossi appena volto le
spalle si toccano, talvolta l'un l'altro. Il secondo problema è che per salvare Previti
ho dovuto fare tanti di quei casini che quasi non mi è rimasto tempo per il resto. In
questo sono davvero sfigato: normalmente sono gli avvocati che ti tirano fuori dai guai,
io sono l'unico che diventa matto per tirar fuori dai guai i suoi avvocati. Il terzo
problema, last bat not less, è la situazione economica. Va male, proprio male. E la colpa
non è certo di Wall Street e delle sue agili oscillazioni, ma dei comunisti che mi hanno
lasciato una penosa eredità, e cioè Tremonti, ex-economista di ex-sinistra.
Abbiamo confezionato una finanziaria che è riuscita a scontentare la Confindustria i
sindacati, il nord, il sud e i centristi. Ma la mazzata finale, è arrivata con la Fiat.
Un bel giorno quel dispettoso di Gianni Agnelli, invidioso del mio Milan, ha annunciato
che chiudeva bottega. Dapprima mi sono preoccupato, poi ho pensato che invece era la mia
grande occasione: se io Silvio col my senso degli affari e you George coi dollari
americani salviamo la Fiat, recupererò credibilità e la gente non dirà più che porto
iella. Ti prego, Bushetto mio, non lasciarmi solo in balia degli eventi, tu e Gelli siete
sempre stati il mio faro politico, o George on my mind, sei più bello di Rasmussen e più
radioso di un falso in bilancio, sono il tuo chaffeur, il tuo servosterzo, il tuo pitbull.
Allora ecco il mio piano: un pool composto da General Motors, Mediaset, e magari Cosa
nostra, Opus Dei e Enron acquista la Fiat. La sigla resta
uguale: Fiat ovvero Fantastic Italian Automobil Trend. Mirafiori diventa Lookflowers,
Termini Imerese diventa Finish Imerese, e così via. Gli operai imparano l'inglese,
appaltiamo la mensa alla McDonald's e ripartiamo. Intendiamoci, a me degli 8 o 40mila
disoccupati non me ne frega niente, quello che penso dei lavoratori lo ho già detto
quando sono venuti in 3 milioni a Roma. Se penso che in mezzo ai licenziati ce ne sono
anche di iscritti alla Cgil mi vien da dire: vi sta proprio bene. Ma per risollevare la
mia esangue credibilità sono pronto a tutto. A questo proposito ho già pronto il piano
di rilancio, cioè una serie di nuovi modelli di auto per il mercato italo-americano con
cui torneremo competitivi. Eccoli.
Fiat Elleesse. (legittimo sospetto o legal suspicion). L'auto ideale per sfuggire a tutte
le insidie e i balzelli del traffico. Nei colori Verde vigneto o Giallo campo di grano per
mimetizzarsi nei campi quando ti becca la polstrada. È dotata del Cesarone, un air bag
studiato da Previti. Quando s'avvicina l'agente per contestare l'infrazione, invece del
pallone sbuca fuori dal cruscotto un pacco contenente un panettone, un cotechino e una
piccola somma in contanti. Si regala il Cesarone e così si evita la multa. Se l'agente
insiste, si preme il clacson con allarme Elleesse (legittimo sospetto) e arriva una nuova
pattuglia della Polstrada, tutta composta da attori di Canale5. Inoltre la Fiat Ellesse è
dotata di targa a numeri rotanti, che cambiano automaticamente appena s'avvicina un
vigile.
Fiat Five Hundred. Piccolina, compatta, avveniristica, la lanceremo con lo slogan: l'auto
del futuro. Ricicleremo le linee della vecchia Cinquecento e faremo credere che sia roba
nuova. Ho già il testimonial: Pisanu.
Effeeffe. Fiat Ferrari. Una Ferrari alla portata di tutti. Motore Ferrari, carrozzeria
Ferrari. Slogan: diventa anche tu come Schumacher, con libretto d'istruzioni in tedesco.
La Effeeffe si compra solo per corrispondenza. Quando t'arriva a casa allora ti accorgi
che non la costruisce la Ferrari di Maranello, ma la ditta Adelmo Ferrari, panettiere e
cugino di Lunardi. E' una copia rossa, perfetta, ma è di mollica dipinta, con sedili in
strudel. A quel punto che reclamino pure, la fregatura è compiuta, proprio come quando mi
hanno votato.
Fiat diciotto. Grande modello ispirato all'articolo 18. La compri, paghi tutte le rate e,
dopo un tot di chilometri la concessionaria, facendo valere il nuovo decreto legge che
farò rapidamente approvare, ti licenzia da proprietario. Così ogni volta ci riprendiamo
la macchina e la rivendiamo, con evidente ottimizzazione dei costi.
Fiat Prevention. Questa l'hanno studiata La Russa e Bossi. È un gippone corazzato con
gomme da trattore e parafanghi in titanio. Nella versione Verde Padania ha il Navigatore
satellitare speciale, che però vi guida solo verso il Nord, se volete andare a Napoli
dovete farla tutta a marcia indietro. Nella versione Nero Benito è munita di mitraglietta
spartitraffico e ruspa trovaparcheggio. Ma il vantaggio della Fiat Prevention è appunto
quello di prevenire gli incidenti. È dotata infatti di un sistema radar che si accorge
se, vicino a te nel traffico, c'è un auto pericolosa, a esempio guidata da un ubriaco, da
una donna o da un uomo col cappello. Quando la Prevention s'accorge del rischio, punta
l'auto sospetta, la massacra e la sbatte fuori strada. Così il numero degli incidenti
sarà ridotto almeno del 50 per cento.
Fiat Tremonti. Una grande idea del mio ministro. Ha un serbatoio con un buco, così si
consuma meno benzina. E poi dite che è un cretino!
Fiat Cadillac. Lunga 10 metri, tutta cromata come le auto del Texas, finiture in argento,
volante di leopardo, interni in lamelle di tartufo, motore a 7 cilindri, trentasei
chilometri con un litro, air bag di serie, vetri comandati a distanza e faretti
antinebbia. Modestamente questa l'ho pensata io. Quando la compri, pensi di aver fatto un
gran affare. Poi scopri che è l'ennesima "Silviopatacca". La carrozzeria è di
compensato: dopo la prima pioggia si riduce a un metro e mezzo e cade a pezzi (da qui il
nome Cadillac). Le finiture sono in stagnola, il volante di leopardo è in realtà topo
con macchie di pennarello. Il motore è un Velosolex del '64, trentasei litri di miscela
per fare un chilometro, non c'è l'air bag ma in caso di violento tamponamento esce dal
cruscotto un rosario per pregare, i vetri si comandano a distanza ma solo da un
chilometro. Invece sui faretti antinebbia non ho mentito, basta telefonare alla famiglia
Faretti di Arcore e con una pila ti fanno strada.
Fiat G 91. Come non averci pensato prima? In fondo noi dobbiamo salvare i centri di
produzione, mica gli operai. Perciò Arese la compro a un decimo del valore con lo stesso
trucco di Arcore, ci farò una garconnière per capi esteri. Tutte le altre fabbriche Fiat
diventeranno Basi Nato, e ci produrremo aerei Fiat G 91 o bombardieri General Motors. Le
armi sono l'affare del futuro, altroché le auto. Io e te, caro Bush siamo uguali:
affaristi pagati da affaristi, e quindi cosa ce ne frega della politica, della società
civile e dei lavoratori esuberi? Per quanto ancora dovremo fingere di produrre ancora quel
vecchio, desueto, noioso, improduttivo modello che è la democrazia? Mi sembra d'averti
sottoposto un ottimo business, e attendo ansioso una risposta. Intanto, ti mando un
ennesimo regalo. Un orologio di platino modello Schifani col riporto, ovverosia con le
lancette che proseguono sul retro del quadrante. Così nessuno può vederti l'ora a
scrocco. I kiss your hands, Silvio |
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