CAMP Silvio, deserto iracheno, 2 marzo. Cara mamma, siamo
in zona operativa. Ci hanno detto di non usare mai la parola guerra, locuzione antiquata e
drammatizzante, ma piuttosto termini come intervento preventivo, motivi tecnici,
obliterazione degli obiettivi. Anche noi soldati dobbiamo esprimere i nostri sentimenti in
modo acconcio. Ad esempio non si dice "cagarsi addosso dalla paura" ma
"elaborare lo stress in modo autoreferenziale". Quindi sono il tuo Cosimo, e mi
sto autoreferenziando perché ho paura che mi obliterino. Siamo in una tendopoli vicino
agli americani, e si è creato un clima di sano cameratismo. Loro non ci chiamano più
Macaroni, ma Chocolate boys, per l'abitudine del nostro premier di spalmarsi la pelata di
Nutella quando va in televisione. Noi non li
chiamiamo Gringos ma Findus, perché il presidente Bush si è fatto fare il
lifting in crioterapia e per non fare squagliare tutto, se ci guardate bene,
porta sempre al collo un filetto di salmone surgelato travestito da cravatta rosa.
Ieri è venuto il generale americano Mason e ci ha mostrato le prove delle armi segrete
chimiche irachene. Una foto completamente nera, a riprova di quanto sono segrete. Poi ci
ha spiegato che i missili iracheni hanno una gittata troppo lunga, mentre come è noto i
missili di tutto il mondo hanno gittata comunale o tutt'al più provinciale. Ci ha fatto
vedere addirittura un missile iracheno con la marmitta truccata.
Poi ha detto che c'è nel mondo un paese governato da un tiranno padrone di tutto e
mentitore, che non vuole essere indagato né giudicato, è iscritto a
un'organizzazione segreta di incappucciati che ha perseguito piani eversivi,
consegna alle televisioni videocassette piene di minacce e per finire ha
fabbriche d'armi ovunque, anzi le esporta in tutto il mondo, perciò l'Usa lo
attaccherà. Gli abbiamo puntato contro i fucili e non li abbiamo abbassati
finché non ci ha giurato che non parlava dell'Italia.
4 marzo Oggi dovevamo avere due gradite visite. Il presidente Berlusconi e Sharon Stone.
Ma non sono potuti venire. Invece di Berlusconi è venuto il ministro Martino e invece
della Stone Maria De Filippi. Martino era bellissimo, con un cappello texano tricolore e
gli sci da fondo. Credeva che l'Iraq fosse come l'Afghanistan. Ha ribadito che l'Italia
non è in guerra, ma siamo qui solo per supportare in joint venture logistica l'intervento
americano. Comunque ha detto di vigilare poiché il pericolo di un attentato è altissimo,
si stanno saldando insieme il terrorismo islamico i pacifisti le brigate rosse i Nas i
disobbedienti, gli arbitri, i vescovi e la cassazione.
Se colpiranno subito sarà grave ma se non colpiranno sarà anche peggio perché allora
gli attentati li farà la Cia e quella va giù pesante. Infine il nostro
colonnello ha gridato: volete camminare nel deserto per cinquanta chilometri o vedere
Maria De Filippi che balla? Aveva appena finito di dirlo che eravamo tutti e trecento
schierati in assetto di marcia. Il colonnello non sapeva se essere contento o meno.
Dormiamo in simpatiche camerette col letto a Castelli. No, hai letto bene mamma, non a
castello, a Castelli, i padani occupano la branda sotto, i meridionali dormono per terra.
Il lettino sopra è occupato da un cartello: la branda va rifatta in nome del popolo.
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7 marzo
Stamattina abbiamo eseguito un'esercitazione anti guerra chimica. Abbiamo fatto colazione
con cappuccino liofilizzato e hamburger surgelati americani. Il cinquanta per cento non ce
l'ha fatta ed è a letto che autoreferenzia. E' venuto a trovarci Tony Blair. Che stile,
che eleganza! Sembrava Little Tony passato per Oxford. Con lui c'era Gasparri. Che stile,
che vivacità! Ha bofonchiato qualcosa per un minuto e poi è rimasto bloccato nella sua
solita espressione: a bocca aperta e col labbro pendulo. Un po' alla volta gli si stava
riempiendo la bocca di sabbia e allora gli abbiamo messo una maschera antigas. Pensandoci
bene, non ha cambiato faccia per niente.
Siamo eccitati perché ci hanno detto che in settimana dovrebbe finalmente arrivare Sharon
Stone, se no Valeria Marini, se no la Moratti. E poi una buona notizia: a quelli del
Grande Fratello li avvertira no se scoppia la guerra, mentre a noi non diranno cosa
succede nella casa del Grande Fratello: una bella rottura di marroni risparmiata.
8 marzo
Ci siamo scambiati le mimose. Da alcuni indizi l'attacco sembra imminente. Il colonnello
Mason continua a portarci prove delle armi segrete di Saddam, ad esempio ci ha fatto
vedere che i cannoni iracheni hanno la canna vuota, cosa ci nascondono dentro? Nel
pomeriggio abbiamo visto anche gli ispettori Onu. Hanno tutti un berretto da Sherlock
Holmes, la pipa e un metal detector. Gli americani gli hanno detto di scavare tutto in
tondo nella sabbia, perché sotto poteva esserci un bunker segreto. Solo alla fine hanno
detto che era uno scherzo, volevano solo che qualcuno gli costruisse una bella pista per
le biglie, e si son messi a giocare con grande risate. Ho capito che gli americani sono
dei gran burloni e che la vita dell'ispettore Onu deve essere durissima.
Alla sera, abbiamo visto il film "Il ponte sul fiume Lambro", una versione
padana del Ponte sul fiume Kwai con gli albanesi al posto dei giapponesi e Lunardi che fa
il colonnello costruttore al posto di David Niven. Il film dura sei minuti, poi
naturalmente il ponte crolla. Dopo il rancio il colonnello, democraticamente ci ha
prestato il telefonino satellitare e ha detto: adesso ognuno mandi un essemesse alla sua
ragazza. Il soldato Micillo, detto Miccichè per la sua intelligenza ha detto: potrei
usare altre tre lettere invece di esse emme esse? Il colonnello ha detto che consulterà
il regolamento.
12 marzo Stamattina è venuto a trovarci D'Alema. Per mostrare che era per la guerra ma
non troppo indossava una giacca da paracadutista, bermuda a fiori, e un preservativo sulla
baionetta. Ha detto che dobbiamo essere tecnicamente pronti all'azione pacificatrice e ha
cominciato a tracciare strani segni sulla lavagna. Per me erano i piani per un attacco a
terra, per un mio amico era lo schema della nazionale di Trapattoni. Poi si è scoperto
che era la linea politica dei Diesse sulla guerra.
Con lui c'era Vissani che ha preparato un rancio speciale. Tortino di sabbia al tartufo e
poisson en boite avec julienne de haricots, ovverossia tonno in scatola e fagioli. Tutta
la nuit abbiamo scoreggiato en pleine air chiedendoci pardon. La mattina D'Alema è
risalito sulla sua barca (ci aveva messo sotto le rotelle) e ha detto che lui non dice
bugie come Silvio Nutella: entro due giorni farà venire la Ferilli se no la Parietti se
no Pecoraro Scanio.
Nel pomeriggio abbiamo fatto l'esercitazione insieme agli americani. Loro sparavano e noi
andavamo a controllare se avevano colpito il bersaglio. Quando eravamo vicino al bersaglio
loro continuavano a sparare e gli inglesi venivano a controllare se ci avevano colpito, e
così via. Era un tourbillon molto vivace. La notte però ho dormito male.
14 marzo
Finalmente è arrivato il presidente Berlusconi in elicottero. Era incazzato
perché per tutto il viaggio è stato seguito da un branco di fenicotteri che lo
fischiava. E' sceso con un agile balzo e per trovarlo nella duna hanno dovuto usare i cani
da valanga. Silvio era in tuta mimetica, e sulla faccia aveva un fard speciale mimetico a
chiazze studiato dal Pentagono e dalla Revlon. Purtroppo si era messo in testa troppa
Nutella e i cammelli sono impazziti e hanno cominciato a leccarlo.
E' salito sul palco e ha detto che lui non è solo il presidente operaio il
presidente picciotto, il presidente terremotato, ma anche il presidente soldato. Ha detto
che non ha fatto il militare perché le caserme sono un covo di bolscevichi, ma che sa
usare un'arma. Ha fatto mettere dieci bottiglie una vicina all'altra a cento metri e ha
imbracciato il fucile. Tutte le volte che sparava le bottiglia rimanevano intere e non
succedeva niente. Ci hanno spiegato che sparava tra una bottiglia e l'altra, capito che
mira? Alla sera abbiamo fatto Ustica two, un'esercitazione radar insieme agli americani.
Loro simulavano di attaccare con degli aerei e noi simulavamo di rubare i tracciati. Devo
dire che li abbiamo surclassati.
23 marzo
E' stata una serata indimenticabile. E' arrivato Colin Powell, un negrone che sembra il
commercialista di Tyson e ci ha mostrato nuove prove delle armi irachene. Una ricevuta
fiscale della ditta tedesco-americana che ha venduto a Saddam il gas con cui ha sterminato
i curdi. Le foto dei missili che gli hanno venduto i nostri alleati russi, e i sistemi di
puntamento italiani e francesi. Poi ci ha insegnato a torturare i prigionieri senza
lasciare segni e ha cantato "Caravan petrol". Che simpatico!
Quando se ne è andato ci siamo torturati per un po' ma ci stavamo annoiando. Per fortuna,
a mezzanotte ci hanno detto che avevano montato il palco per lo show. Dovevano esserci le
veline ballerine, invece c'erano due velone ballerone con uno spinnaker per slip. Poi
Schifani e Vito che volevano fare i fratelli De Rege, ma la scenetta non è mai iniziata,
indovinate perché. Alla fine, c'era il balletto di Maria De Filippi e Pecoraro Scanio, ma
fortunatamente si è alzata una tempesta di sabbia. Dio è con noi.
25 marzo
Siamo andati a letto agitati, perché siamo in job alert, mi sa che domattina attacchiamo.
La prova certa è questa: si sente un gran puzza di salmone rancido, quindi Bush e la sua
cravatta rosa sono arrivati. Inoltre in Iraq ci sono settecentomila soldati e rimpatriarli
tutti costerebbe troppo. Ci hanno distribuito l'equipaggiamento antichimico, una maschera
antigas e una cartina di Milano. Il colonnello Mason ci ha detto che i primi a andare
all'attacco, per motivi tecnici, saremo noi italiani, ma di non preoccuparci perché ci
coprono loro con gli aerei, basta seguire l'ombra.
Guardo le stelle irachene, così simili alle nostre, e penso: ma insomma, con la new
economy e le promesse del nano nutellato, e la tecnologia, e l'impero del Bene come mai
tutto quello che si annuncia nel nostro futuro è una guerra dopo l'altra? Possono due
petrolieri megalomani spaccare in due il mondo solo perché nessuno li lascia soli nella
loro paranoia? Ma poi mi sono consolato: mamma: pensa a quelle guerre scomode, nelle
trincee col fango, le scarpe sfondate e invece siamo qui con gli alleati Usa cento volte
più forti dei nemici, un bell'equipaggiamento e mezzi modernissimi, pagati dai cittadini.
Morire in una guerra così è da disfattisti, anzi, come dicono gli americani, è proprio
out. Vero, mamma?
28 marzo
Cara signora madre di Cosimo. Questa non è una lettera preconfezionata, ma personale per
lei. Sono lieto di informarla che suo figlio Cosimo è tecnicamente morto nella prima
operazione di prevenzione, obliterato da fuoco amico. La cordiale ferita gli ha causato
un'amichevole emorragia che lo ha cameratescamente dissanguato accompagnandolo a braccetto
nel paradiso degli eroi. Ma non sia triste. Per consolarla di questo spiacevole
inconveniente ho almeno tre belle notizie.
Essendo suo figlio Cosimo il primo caduto italiano in zona, ha vinto il premio del
Presidente del Consiglio consistente in una licenza premio di due settimane da trascorrere
in una delle sue ville in Sardegna. In quanto a lei, mamma di Cosimo, sarà ospite d'onore
a ben tre talk show in una settimana. La prego di comprarsi i vestiti adatti. Sappiamo
inoltre che suo figlio Cosimo era di sinistra. E inoltre meridionale e licenziato da poco.
Si immagina che vita avrebbe fatto nel nostro paese? Meglio così. Con simpatia, il
presidente del consiglio, generale Sylvio Nutella Berlusconi.
PS. Non si sogni di protestare. Solo il popolo mi può giudicare, e lei è una sola.
(1 febbraio 2003)
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